AIKIRA
Aikira (Udedi – Audio Zero), 2014
Il primo lavoro in studio degli Aikira, band strumentale già attiva da un paio d’anni con svariate esibizioni dal vivo, mostra un mix di sonorità molto diverse, raffinate e aggressive allo stesso tempo. Se da un lato queste otto tracce evocano i grandi nomi di post-rock e post-metal (Isis, Russian Circles, Mogwai), l’alchimia fra le diverse attitudini dei suoi componenti dà luogo a una personalissima sintesi, fra interessanti sperimentazioni e complesse trame ritmiche.
Challenger, la prima traccia, è un lungo viaggio onirico interstellare, una catarsi capace di mescolare space-rock, post-metal e psichedelia in un crescendo emozionale di grande impatto.
Illegal svela invece altre contaminazioni, rivelando inizialmente il lato più solare della band, con l’implacabile drumming del Kote sullo sfondo, per poi trascinare l’ascoltatore in una vertigine eterea e minacciosa, che non può conoscere lieto fine.
Meth è un altro viaggio nelle diverse anime della musica degli Aikira, che dopo un alternarsi di tempi e stili diversi trova uno sbocco alla tensione accumulata solo nei minuti finali, tra nubi di feedback e oscillazioni che si diradano pian piano in un paesaggio sonoro post-apocalittico.
Magma e Svalbard mostrano invece il lato più duro della band con successioni di riff potenti e incastri ritmici serrati, dove soltanto brevi parentesi più atmosferiche concedono un po’ di respiro.
Monolith è un vero ottovolante sonico, che partendo da un’oscura intro di basso si apre improvvisamente con le trame delle chitarre di Fango e Andrea in evidenza, per poi ripiegare in una sezione finale claustrofobica.
Il disco termina con Charlie, dove all’ipnotico mantra iniziale subentra una progressione di grande intensità e forza evocativa, costruendo un emozionante capitolo finale.
Un album che rappresenta quindi un percorso sonoro affascinante, in cui la band si muove con disinvoltura fra tanti generi e arrangiamenti diversi, sempre con la propria identità e voglia di sperimentare.
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